sabato 5 aprile 2014

LA RICAMATRICE DI STELLE di Maria Grazia Preite




" Ricami di stelle" Hanùl: acrilici su cartincino

“Cosa ricami?” mi chiese un giorno un bambino venuto da un paese lontano.
“Milioni di quelle piccole cose che si vedono qualche volta nel cielo” risposi.
“Di mosche?” mi chiese.
“Ma no, di piccole cose che brillano” dissi.
“Di api?” chiese ancora.
“Ma no. Di quelle piccole cose argentate che fanno sognare adulti e bambini” risposi.
“Ah! Di stelle?” mi domandò.
“Eccoci. Di stelle”.
Mi guardò con curiosità e mi chiese a cosa mi sarebbero servite tutte quelle stelle ricamate. Gli risposi che così potevo possederle.
“Possedere le stelle?” mi chiese sorpreso.
“Certo, possederle” fu di nuovo la mia risposta.
“E a che ti serve possedere le stelle? Non ti basta guardarle nel cielo?”
“No, non mi basta!” fu questa volta la mia risposta.
“Perché non ti basta?”
“Perché un giorno non riuscirò più a vedere quelle lassù nel cielo color della notte”.
“Perché?” chiese.
“A causa dell’inquinamento luminoso” risposi prontamente.
“Beh, forse basterebbe spegnere le luci, no?” suggerì lui.
" Bambino che osserva le stelle" Loredana Preite
“Sì, basterebbe. Ma nessuno è più disposto a farlo. Anzi ogni giorno qualcuno accende una nuova luce in qualche nuova parte del mondo. Insomma c’è troppa luce sul nostro pianeta e intanto però si spengono i sogni…”
“Forse ci basterebbe andare nel deserto? Magari lì è ancora sufficientemente buio, non credi?” suggerì di nuovo lui.
“Sì, è sufficientemente buio ma non basta!” replicai.
“Perché?”
“Perché intanto le stelle continuano a cadere” gli spiegai.
“Sì, è vero ma ogni volta che cade una stella puoi esprimere un desiderio” concluse lui.
“Sì, ma a furia di cadere, nel cielo, un giorno, non ci saranno più stelle!!! E allora eccomi qui! Io le ricamo così sono sicura di poter ammirare un cielo stellato ogni volta che mi pare. E poi guarda…posso contarle, posso dare un nome alle più belle, posso addirittura pescarle” gli risposi.
“Ma a che ti serve pescare delle stelle ricamate?” chiese con voce ferma.
“Mi serve. E poi te l’ho già detto. Per ammirarle quando e quanto mi pare” risposi.
“Ma a che ti serve ammirarle quando e quanto ti pare se sono finte? Non sarebbe più conveniente guardare quelle vere rimaste nel cielo?” chiese ancora.
Lo invitai a puntare i suoi occhi al cielo. “Guarda! Troppe sono già le assenti. Il cielo è ogni giorno sempre più vuoto e questo mi rende triste...” gli spiegai. E poi, lo sai che ogni volta che sparisce una stella, sparisce con lei anche la possibilità di realizzare un sogno? Che ne sarà della nostra fantasia? No, devo ricamarle. Ho ancora troppa voglia di fantasticare, ho ancora… ho ancora… ho ancora bisogno di sognare, io…” 

Racconto breve di Maria GraziaPreite

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